“Fosse Ardeatine: il ricordo delle vittime a 79 anni dall’eccidio nazista”

Si è svolta nella mattinata di ieri a Roma, presso il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, la cerimonia di commemorazione delle 335 vittime dell’eccidio avvenuto il 24 marzo 1944. Nel corso della cerimonia, alla quale ha presenziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è ricordato uno dei più tragici episodi della Seconda Guerra Mondiale, che ha visto la morte di uomini, donne e bambini, uccisi dalla furia nazista in un unico, tragico massacro.

Roma, dal 10 settembre 1943, era sotto l’occupazione nazi-fascista, gli alleati erano ancora lontani, e la resistenza era nelle mani della popolazione e dei vari gruppi che rispondevano alle direttive del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel tentativo di porre fine all’occupazione, i Gruppi di Azione Patriottica (GAP) attuarono numerosi attentati, tra cui quello di Via Rasella, in cui morirono 33 soldati tedeschi.

Il comando tedesco decise allora di vendicarsi: la vita di 10 italiani per ogni soldato tedesco morto. In questo contesto, il 24 marzo 1944, 335 persone di varia estrazione sociale, tra cui contadini, avvocati, falegnami, poliziotti e soldati, furono prelevate a caso per la città e portate alle Fosse Ardeatine, dove furono uccise.

Nella lista dei condannati a morte figuravano anche il Tenente ausiliario Maurizio Giglio e il Vice Brigadiere Pietro Ermelindo Lungaro, appartenenti al Corpo degli agenti di pubblica sicurezza. Lungaro, sfruttando il suo ruolo di poliziotto, si muoveva agevolmente nella Roma occupata e guadagnava la fiducia delle formazioni antifasciste, alle quali procurava armi. Venne arrestato dopo la delazione di un infiltrato e rinchiuso nelle celle di via Tasso, dove fu torturato, senza mai rivelare i nomi e i nascondigli degli insorti.

Giglio, invece, soccorse donne, anziani ed inermi dopo i bombardamenti dell’estate del ’43, partecipando alla battaglia di Porta San Paolo e mettendosi a disposizione degli americani con il nome in codice “Cervo”. Anche lui vittima di un delatore, venne catturato e torturato per giorni dalla Banda Koch, senza mai rivelare i dettagli della rete a cui apparteneva, salvando così la vita anche al futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Il massacro delle Fosse Ardeatine è un tragico ricordo della resistenza italiana contro il nazifascismo, un segno indelebile di una pagina nera della nostra storia. Ma è anche il ricordo di quegli uomini e di quelle donne che hanno lottato per la libertà, per la giustizia e per i diritti umani, un esempio da seguire per le future generazioni.

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