Campo di calcio comunale nuovo ma chiuso al pubblico

Stadio Ascarelli

L’impianto Ascarelli di Napoli Est è tra i migliori dell’intera provincia, ma da tempo resta interdetto per cavilli burocratici

L’erba è sintetica e di ultima generazione, gli spogliatoi rimodernati da poco, così come le tribune. Eppure il Campo comunale Ascarelli di Napoli Est è chiuso al pubblico da circa quattro anni. Ci sono campi di calcio di Serie C che si presentano in condizioni decisamente peggiori dell’impianto di via Argine, a Ponticelli, accanto all’ospedale Villa Betania. “Tra i migliori se non il migliore dell’intera provincia di Napoli – afferma Massimo Cilenti, consigliere comunale della lista Napoli Libera – E i motivi per cui il pubblico non può entrare restano un mistero. In questo impianto, il Ponticelli gioca il campionato di Promozione ed è costretto a farlo senza pubblico. Si svolgono attività con i bambini, anche molti piccoli, ma i genitori non possono entrare. Le partite e gli eventi ospitati potrebbero essere uno dei pochi svaghi di questa zona della città”.

In pratica, il terreno di gioco dell’Ascarelli è utilizzabile, ma gli spalti no. A sbarrare l’ingresso ai visitatori è la Commissione comunale di vigilanza pubblico spettacolo, un organo istituito con un regio decreto e composto da 31 membri, tra comandanti della polizia municipale, dipendenti dell’Asl Napoli 1, esperti in elettrotecnica e acustica, rappresentanti dei commercianti, del Coni e delle imprese. Il presidente di tale consesso, delegato dal sindaco Gaetano Manfredi, è Rosario Aniello Romano, ingegnere e professore associato dell’Università Federico II di Napoli. “Gli appunti della commissione negli ultimi anni sono stati diversi – prosegue Cilenti – Da un’infiltrazione negli spogliatoi alla necessità di un generatore di corrente, dal controllo degli estintori alla verifica delle uscite di emergenza. Tutti intoppi che l’assessorato allo Sport del Comune ha risolto. Ora, non abbiamo la più pallida idea del perché questo campo resti interdetto”.

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Alessandro Migliaccio Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta "terra dei fuochi" e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall'Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L'Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un'aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l'accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito. Nel 2017 ha fondato e diretto per alcuni anni Vomero Magazine, nel 2019 ha fondato il quotidiano Napoli, di cui è stato direttore per 4 anni. Attualmente, oltre agli articoli per Napoli Oggi, lavora anche per Napoli Today dove pubblica inchieste e approfondimenti sulla città ed inoltre collabora con la trasmissione Striscia la Notizie oltre che con le riviste Oggi e Giallo.