In crescita commercio e turismo: entro il 2027 occorreranno 760mila addetti
Il turismo si conferma uno dei motori dell’economia italiana, con un giro d’affari intorno ai 223 miliardi di euro, anche dal punto di vista occupazionale. Sono 538mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre, con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato. Le previsioni occupazionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, mostrano un incremento di 7mila unità rispetto a quanto programmato a settembre 2023 (+1,3%), mentre per il trimestre settembre-novembre 2024 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, restando pressoché stabili rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,1%). A trainare la crescita prevista per il mese in corso è il settore dei servizi: 386mila i contratti programmati (+3,9% rispetto a 12 mesi fa), e oltre un milione nel trimestre, con l’apporto determinante per la crescita occupazionale proveniente dalle imprese turistiche (+21,4% a settembre) e da quelle commerciali (+25,4%).
Ma ad aumentare è anche la difficoltà delle imprese a reperire gli addetti alle attività di ristorazione, le figure centrali del comparto. Sono quasi 70mila i profili irreperibili (52,8% delle assunzioni previste) rispetto ai 24mila circa del 2019 (23,7%). Il comparto turistico è infatti uno dei settori più colpiti dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Sono le previsioni sull’andamento delle assunzioni programmate dalle aziende per gli addetti alle attività di ristorazione, su dati Istat, della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, contenute nel rapporto Il lavoro nel turismo, tra boom e irreperibilità dei profili, che mette in luce la difficoltà crescente delle imprese che ha portato a triplicare il numero dei profili irreperibili nel giro di pochi anni. Nel 2023, le imprese del settore hanno ricercato principalmente camerieri (quasi 400mila assunzioni effettuate, di cui 52,3% con difficoltà di reperimento), cuochi in alberghi e ristoranti (230.870 assunzioni, di cui 55,4% con difficoltà) e baristi (142.830, di cui 43,6% con difficoltà). A seguire, gli addetti alla preparazione, cottura e distribuzione di cibi (53mila), personale non qualificato addetto alla pulizia dei servizi di alloggio (circa 50mila) e addetti all’accoglienza nei servizi di alloggio e ristorazione (45mila). Tra le figure più difficili da reperire sul mercato, i responsabili di piccole aziende del comparto (68,8%), i tecnici della produzione e preparazione alimentare (65,7%), pasticceri, gelatai e conservieri (57,7%) e tecnici della produzione servizi (54,6%).
Secondo i risultati della ricerca Occupazione e mismatch nel turismo e nel terziario, svolta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il settore del commercio e del turismo avrà bisogno di 760mila nuovi occupati entro il 2027. Un problema che già ora colpisce le imprese del turismo con il 47% che fatica a trovare personale a causa del disallineamento tra le competenze richieste e quelle possedute dai candidati. Emerge inoltre che le principali figure richieste sono addetto al front office, cameriere di sala, portiere di notte e cameriere ai piani con la maggior parte dei candidati nelle aree operative che ha un’esperienza inferiore a due anni.
Le opportunità nell’ospitalità e il boom dell’occupazione giovanile
Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione ha registrato un importante incremento di occupati, passando da un milione e 405mila occupati del 2022 a un milione e 511mila del 2023. L’eccezionale crescita dei flussi turistici negli ultimi due anni ha permesso al settore più colpito dalla pandemia di recuperare e superare i livelli pre-Covid. Rispetto al 2019, l’occupazione nei servizi di alloggio e ristorazione ha segnato un incremento maggiore (+3,8%) rispetto a quella media (+2%). È stato il Nord Italia a beneficiare maggiormente di questo positivo andamento e, in particolare, il Nord Est che ha visto aumentare del 13,2% il bacino occupazionale. Più contenuti i risultati del Centro (+4,7%) e del Sud Italia (+4,3%). A crescere è soprattutto il lavoro dipendente (+8,3%) che assorbe gran parte della nuova occupazione, mentre il lavoro autonomo mostra minore dinamicità, con un incremento del 5,6%. L’occupazione cresce più tra le donne (+7,9%) che tra gli uomini (+7,2%), mentre a livello di età, la fascia che ingrossa maggiormente le fila, è quella centrale, tra i 25 e i 49 anni, dove l’occupazione aumenta di oltre 70mila unità per una crescita dell’8,9%. E nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia spicca per intensità della crescita (quella media del settore è stata del 4,8%), insieme ad altre realtà, come Portogallo (+12,4%), Slovacchia (+12,8%), Lituania (+8,6%) e Germania (+8,2%) che nel 2023 hanno registrato rilevanti incrementi occupazionali.
È il turismo a trainare la crescita dell’occupazione giovanile che, con 140mila occupati in più nei servizi di alloggio e ristorazione, ha registrato un incremento del 23,7%. A seguire, i settori della salute e assistenza (+10,1%) e dell’informazione e comunicazione (+20,3%). Da evidenziare anche le buone prestazioni delle attività artistiche, sportive e di divertimento che, con un saldo di 37mila occupati in più, hanno registrato un incremento del 32,1%. A fronte di queste positive dinamiche, non va trascurato come la questione giovanile nel nostro Paese resti un’emergenza. È indicativo che l’Italia risulti tra i Paesi europei dove i giovani fanno meno esperienze di lavoro durante gli studi. Solo il 22,4% dei giovani di età compresa tra i 20 e 34 anni dichiarano di aver lavorato durante il percorso di studi contro valori molto più elevati nei Paesi Bassi (72,3%), Germania (68%) e Austria (64,4%). È soprattutto l’ingresso tardivo nel mercato del lavoro a condizionare le chance di inserimento e crescita nel mercato del lavoro. Ridurre i tempi di ingresso, favorendo maggiormente la combinazione di esperienze formative e professionali, è un obiettivo prioritario per colmare un divario che nemmeno i buoni risultati degli ultimi anni sono riusciti a diminuire in modo significativo.
«Il nostro Paese – spiega Silvia Vitale, area manager della sede di Roma di Hunters Group – si conferma una delle mete preferite dai nostri connazionali e anche dai turisti stranieri che, dopo aver visitato le nostre città nei mesi scorsi, sono pronti a recarsi nei luoghi di villeggiatura più famosi, al mare o in montagna. Ma non dobbiamo pensare che le opportunità professionali si limitino al settore dell’hospitality, anzi. Dobbiamo considerare tutto quello che ruota intorno a questo settore, come per esempio diverse attività commerciali, dai bar ai ristoranti, che offriranno grandi opportunità di lavoro e carriera».
Tra le maggiori opportunità si segnalano:
Restaurant manager: coordina tutte le operazioni che avvengono all’interno del ristorante supervisionando lo staff e interagendo con la clientela. Si occupa anche della pianificazione settimanale e della reportistica, rendendosi disponibile ad essere operativo in sala in caso di necessità. Lo stipendio medio per un profilo con almeno cinque anni di esperienza è di circa 38-40mila euro lordi annui.
Bar manager: organizza e controlla la qualità dei servizi erogati dal bar; non solo coordina lo staff, ma gestisce il magazzino e si occupa dell’analisi dei costi. Ricopre anche mansioni di tipo operativo se richiesto. La retribuzione annua media si aggira intorno ai 38mila euro per un profilo con almeno cinque anni di esperienza.
Front office agent: si occupa dell’accoglienza e dell’assistenza del cliente presso la struttura ricettiva. Ha una funzione strategica in quanto rappresenta il primo contatto tra clienti e struttura. Un profilo junior ha una retribuzione tra i 22mila e i 25mila euro, mentre un profilo senior tra i 28mila – 30mila euro.
Nasce la prima Hotel Academy all’interno di un albergo
Grazie all’unione di BWH Hotels Italia & Malta e HIA-Hospitality Innovation Academy nasce la prima Hotel Academy in Italia basata in hotel che definisce nuove traiettorie di competenza per i manager di domani e apre le porte al mondo del lavoro. Sono otto i giovani studenti che hanno ricevuto il certificato. Oltre all’Hotel Academy presso il WorldHotels Crafted Mulino di Firenze, la partnership tra HIA e BWH Hotels Italia & Malta permette di proporre un’offerta diretta in tre direzioni: alle nuove risorse, sia con moduli brevi propedeutici al recruiting e alla formazione di figure professionali sia con corsi di lunga durata, allo staff degli hotel BWH con moduli brevi indirizzati alla figura richiesta e, infine, a gruppi omogenei con percorsi interni dedicati a specifici cluster come la Next Generation, General Manager, Staff direzionale. L’obiettivo è offrire alta formazione nel management alberghiero e turistico, una specializzazione ambita e ormai manifestamente imprescindibile nei settori dell’hôtellerie e del food & beverage, del luxury di tutto il mondo. Nello specifico, per quel che riguarda l’Hotel Academy, il percorso di studi prevede due anni di formazione in Italia presso lo Student Campus dell’Accademia, ospitato dal WorldHotels Crafted Mulino di Firenze, albergo 4 stelle superior situato sulle rive dell’Arno, e l’ultimo e terzo anno a Montreux in Svizzera.
I primi due anni presso l’Hotel Il Mulino di Firenze iniziano a ottobre e terminano a marzo, mentre da aprile a settembre gli studenti mettono in pratica le conoscenze acquisite attraverso stage curricolari presso aziende partner di HIA. Questo biennio ha lo scopo di offrire agli studenti un luogo dove è favorita la contaminazione tra attività didattica e un ambiente lavorativo operativo. Sono previsti modelli didattici e piani formativi, studiati con l’obiettivo di abituare gli allievi a prendere decisioni e sviluppare un’alta capacità di leadership, attraverso un mix di competenze teoriche, abilità pratiche e capacità di lavorare in team. Al termine del percorso formativo, gli studenti raggiungono qualifiche adatte a posizioni di supervisor per grandi imprese alberghiere e possono accedere al Term 4 di HIM Hotel Institute Montreux allo scopo di ottenere lo Swiss Higher Diploma.
«Per il settore dell’ospitalità la formazione del personale è fondamentale. La qualità dell’accoglienza e le performance del settore dipendono dalla professionalità e attitudine delle risorse umane – sottolinea Sara Digiesi, ceo di BWH Hotels Italia & Malta – Accompagnare gli studenti in questo percorso e investire nella loro crescita significa porre un’importante garanzia per il futuro e formare i nuovi professionisti dell’ospitalità pronti a entrare nel mondo del lavoro con competenze aggiornate e avanzate. La formazione non si ferma ai giovani e deve essere continua e innovare le competenze anche per il personale già operativo. Proprio per questo la partnership con HIA diventa doppiamente strategica».
«HIA è nata per accelerare le carriere nel mondo dell’ospitalità e per creare una connessione continua tra le aziende del turismo e giovani pronti a esplorare le diverse professioni e le nuove opportunità emergenti – racconta Giancarlo Carniani, fondatore di HIA – BWH ha dimostrato fin da subito grande interesse nel collaborare per sviluppare la crescita delle nuove risorse che dovranno affrontare un settore turistico-alberghiero in costante trasformazione nei prossimi anni. Siamo onorati e felici di poter affrontare queste sfide insieme a una compagnia alberghiera così prestigiosa». M.C.
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