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Alex Meret, calma e volontà d’acciaio

La calma è la virtù dei forti. Mai adagio fu più adatto per Alex Meret, uno che ha la forza mentale inespugnabile e che è riuscito in questi anni a respingere i tiri più insidiosi e difficili scagliati dalla critica. Se oggi è diventato uno dei portieri più affermati del nostro campionato lo deve alla sua personalità, che a dispetto di ciò che si dice con facile superficialità, è di grande spessore. Perché solo con un carattere di ferro e un’anima profonda ci si può affermare di fronte a giudizi ingenerosi e spesso preconcetti. Ma Alex, dietro quello sguardo imperscrutabile e quegli occhi di ghiaccio che rivelano grande introspezione, ha costruito la sua carriera al punto che la storia gli ha affidato il numero 1 nella memorabile stagione dello scudetto. Quest’anno è tornato ad essere protagonista e se il Napoli viaggia spedito in cima alla classifica lo deve anche alle sue mani potenti e alle sue capacità feline di difendere la porta azzurra con straordinaria autorevolezza. Io stesso ho recitato un mea culpa per aver in passato non apprezzato fino in fondo le qualità di questo ragazzo che oltre ad essere un professionista esemplare è anche un uomo encomiabile per impegno e serietà. Mai un gesto fuori posto, mai un lamento, che sarebbe anche legittimo, dopo aver subito un gioco al massacro. Ed oggi sono il primo ad applaudire le sue splendide prestazioni

Da Marassi ne esce vincitore, uomo copertina, migliore in campo. I tre punti di platino raccolti a Genova hanno sopra incisa la sua firma. E finalmente può godersi il meritato proscenio con annesso il pentimento di chi non gli aveva concesso fiducia. Certamente la stima totale gliel’ha data Antonio Conte che non ha mai avuto dubbi sulla affidabilità del suo portiere. Perché quando nasci in Friuli e decidi di metterti i guanti, ti prendi oneri e onori di una storia leggendaria. Scegliere di buttarsi anima e cuore nella terra che ha fatto nascere due mostri sacri quali Zoff e Buffon, significa prenotare un appuntamento con il destino oppure piegarsi dinanzi ad un confronto impietoso. E questo confronto Alex lo ha tenuto e superato alla grande. Lo chiamano Albatros, perché è tanto esile quanto immenso nella sua apertura alare. E lui comincia a volare sin da giovanissimo, a 18 anni, debuttando in Serie a con la Spal. Da lì una carriera in repentina ascesa. Prima la promozione in Serie A con la Spal e poi la chiamata del Napoli. La sua storia recente, costellata da due infortuni importanti che lui è riuscito a superare brillantemente con dedizione e personalità. Fino ad incoronarsi campione d’Italia, titolo che lo consacra come numero 1 della nostra storia. E adesso quella storia continua, a 27 anni, nel pieno della sua maturità con un contratto prossimo che lo legherà al Napoli per il ciclo futuro ed un orizzonte che si prospetta sempre più luminoso. Chiedergli scusa è doveroso, così come è giusto inchinarsi alla sua enorme personalità silenziosa ed allo stesso esplosiva. Vola Alex, verso un altro sogno dipinto d’azzurro!

 

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