“Napoli, stai sbagliando tutto: il problema non è l’overtourism ma invertire la parabola già discendente”, l’appello dell’imprenditore dei B&B
NAPOLI – “A Napoli le vacanze invernali sono andate peggio di quello che gli operatori del settore credevano. Si tratta dell’ennesimo campanello d’allarme: altro che overtourism, siamo in parabola discendente e si aggiungono solo altri fattori che terranno i turisti sempre più lontani dalla nostra città. Il rischio è che, non essendo stati capaci di gestire il fenomeno, la contrazione lasci solo gli strascichi di un turismo mordi e fuggi non reso fattore di competitività, mentre gli ospiti guardano già alla prossima meta trend low-cost”. Sono dure le parole di Enrico Ditto, noto imprenditore partenopeo attivo nel settore hospitality.
Secondo l’analisi di Ditto, la “bolla del turismo” è sul punto di scoppiare alle pendici del Vesuvio. “Arrivare in città sta diventando più costoso. Aumenti del biglietto di treni e aerei e mancanza di ulteriore prospettive per rinforzare i collegamenti già stanno spostando l’attenzione dei turisti verso altri lidi e altre mete. Ma se questa incapacità di contenere la spirale inflattiva o di attrarre anche il turista alto-spendente può essere attribuita a un mancato dialogo interistituzionale, per alcuni autogol possiamo incolpare solo noi stessi”.
Quali sono questi autogol? “Innanzitutto una corretta informazione sul fenomeno turismo, che vada oltre i sensazionalismi che fanno gola ad alcuni, soprattutto in termini di click o visite ai profili social di aspiranti influencer. Raccontare le cose per come stanno è il primo passo per restituire una immagine fedele della città e avere un turista più consapevole e quindi più avvezzo a tornare a trovarci. In secondo luogo, non dobbiamo adagiarci sugli allori. Questo Natale è stato terrificante da un punto di vista di sistema turismo”.
A pesare sulle ultime festività per chi è arrivato in città è la “disorganizzazione” che traspare, secondo Ditto. “Ho parlato con molti degli ospiti delle mie strutture, curioso di capire cosa pensassero. Sono rimasto colpito da quanti si aspettavano una città addobbata a festa in maniera molto diversa, magari come Strasburgo o Dresda che probabilmente saranno opzionate per l’anno a venire. Si sono ritrovati invece l’improponibile scultura fallica di Pesce, quattro lucine in croce, molti angoli bui e in balia dello street food più selvaggio“.
“Gli stessi eventi che dovevano coinvolgere il pubblico sono perlopiù sconosciuti a chi arriva – del resto, lo sono anche ai napoletani stessi, quindi come sorprendersi? – e anche monumenti e teatri soffrono di una gravissima carenza di promozione“. Colpa “della mancata sinergia istituzionale, con gli enti preposti che dovrebbero assumersi la responsabilità di una mancata governance che si traduce in una involuzione sempre più evidente”.
“Insomma – conclude Ditto – puntare il dito su quanti arrivano in città e quanti aprono B&B sembra più una pratica di deresponsabilizzazione in attesa che il good problem del turismo alle stelle diventasse un bad problem del mancato afflusso turistico. Bad per la città, ma non per chi, chiamato a dare risposte, ha qualcosa in meno a cui pensare”.
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