“Una furtiva lagrima…”: la mostra su De Lucia all’Emeroteca Tucci

Musica da brividi all’Emeroteca Tucci quando – alla presentazione della mostra (foto Videocomunicazioni, ndr) organizzata per ricordare i cento anni dalla morte di Fernando De Lucia, grande tenore napoletano il cui successo fu poi superato da quello di Enrico Caruso – nel “tempio dei giornalisti” sono echeggiate le straordinarie voci dei due cantanti lirici, nelle loro differenti interpretazioni di “Una furtiva lagrima” poi analizzate dal giornalista e scrittore Francesco Canessa, già sovrintendente del San Carlo, uno dei tre esperti di storia della lirica che hanno partecipato all’evento (fortemente voluto da Salvatore Maffei, il presidente dell’Emeroteca).
C’era il britannico Michael Henstock, già docente universitario a Nottingham e maggior biografo vivente di De Lucia (sul quale ha scritto un libro di 500 pagine, frutto di annose ricerche fatte proprio all’Emeroteca dei giornalisti che ha sede nel Palazzo delle Poste in piazza Matteotti). Terzo musicologo: Michael Aspinall, laurea a Manchester, già docente di canto, autore di una biografia di Caruso, intellettuale inglese famosissimo anche per le sue gag “alternative”.
Enrico Caruso aveva tredici anni meno di De Lucia. Tra fine Ottocento e il primo Novecento, i due segnarono una svolta nella storia della lirica.
Henstock tra le altre cose ha ricordato che Caruso cominciò nel 1902 a incidere dischi con arie d’opera e canzoni napoletane classiche (il che allora era una scelta innovativa); seguito ben presto da De Lucia.
Secondo Aspinall, De Lucia (esordio ufficiale al San Carlo nel 1885) “aveva coltivato uno stile che era già antico quando lui era giovane, e tramite i suoi dischi si può capire com’era la musica vent’anni prima che nascesse”.
Poi l’ascolto delle due registrazioni di “Una furtiva lagrima” del Donizetti interpretata sia dall’uno e sia dall’altro tenore. Francesco Canessa ha spiegato che tra De Lucia e Caruso c’è stato come “un passaggio del testimone, una staffetta stilistica fra il neoclassicismo che imperava all’epoca di De Lucia e l’estetica verista, rappresentata da Enrico Caruso”. L’arte della musica è particolare, ha sottolineato Canessa, “ha bisogno di un’arte sussidiaria, che è la interpretazione”.
Interventi coordinati da Salvatore Maffei, il quale ha ricordato che i due cantanti da ragazzi, in tempi diversi, avevano studiato entrambi col maestro Vincenzo Lombardi; poi scritturati dal rappresentante della Sonzogno, che a Napoli era il giornalista Nicola Daspuro, tra i fondatori del Sindacato dei corrispondenti, nella cui sede nacque l’Emeroteca Tucci (responsabile della comunicazione, Stefania De Bonis).  Quotidiani, settimanali, foto, spartiti, lettere – e cimeli vari arrivati anche dalla Gran Bretagna – ora resteranno in esposizione all’Emeroteca dei giornalisti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 16 per un mese.

Share this content:

Commento all'articolo