
Un pezzo di Campania anche su Marte
Dai viaggi su Marte ai controlli dei vigneti in Irpinia e nel Sannio. Passando anche dall’adesione di nuovi soci. Queste sono le ultime sfide e successi del Dac – Distretto aerospaziale della Campania. È una società consortile composta da una trentina di grandi imprese, Università, 130 pmi ed enti di ricerca come il Cira, il Cnr e l’Enea più altri soggetti per un totale di circa 200 soci. «La forza del Distretto – spiega Luigi Carrino, presidente del Dac – sta nella capacità di operare in sinergia, grazie alla stretta collaborazione tra le diverse entità coinvolte. Da dieci anni, con i nostri partner sviluppiamo progetti per un valore complessivo di 300 milioni di euro. Riteniamo cruciale implementare politiche industriali in settori che rivestono un’importanza vitale per lo sviluppo economico italiano».
La filiera produttiva aerospaziale è uno dei segmenti industriali più rilevanti e a maggior capacità di espansione per la Campania, con un ruolo di primo piano nel sistema economico regionale per innovazione tecnologica, competenze scientifiche, export e numero di addetti. Questo consente alla nostra regione di contribuire significativamente alle esportazioni nel settore aerospaziale, rappresentando circa un quarto del totale nazionale.
«Come apporto del settore al Pil regionale – aggiunge Carrino – bisogna tener conto che per ogni 100 euro di valore aggiunto attivato dalla produzione aerospaziale sul territorio, l’effetto endogeno, cioè ciò che resta per la ricchezza della regione, è pari a 94,1 euro, dato ben superiore ai 55,2 euro del settore automotive e dei 53,9 euro del settore alimentare».
Tra le iniziative promosse dal Dac con i suoi soci, spiccano diversi progetti a elevata innovazione e con un grande impatto sociale. Tra questi per esempio c’è Diva, l’autoplano elettrico per la Uam-Urban air mobility, a decollo e atterraggio verticale privo di eliche esterne, del quale si sta realizzando un dimostratore che ha la capacità di decollare e muoversi in volo traslato.
Più recentemente, con Sms-Small mission to Mars, una missione interplanetaria ambiziosa, interamente ideata, progettata e realizzata sul suolo nazionale, il Dac, il Dass della Sardegna e il Distretto dell’Emilia-Romagna uniscono forze, visioni e tecnologie per dare vita a un progetto destinato ad atterrare su Marte, lasciando una firma tricolore sulla superficie del pianeta rosso. La missione, dal valore complessivo di 300 milioni di euro, è pensata per essere l’emblema della capacità italiana di muoversi da protagonista nello scenario globale della Space Economy. Il lancio è previsto con il vettore europeo Vega, un razzo già noto per l’affidabilità e lo sviluppo a forte partecipazione italiana. Ma la vera sfida inizia ben oltre l’atmosfera terrestre. Una volta raggiunta l’orbita marziana, la sonda rilascerà un satellite destinato a orbitare attorno a Phobos, una delle due misteriose lune di Marte. Da lì, inizierà il vero e proprio sbarco con tre payload – carichi scientifici e tecnologici – che scenderanno sul suolo marziano.
Senza dimenticare progetti più “terra terra”, legati alla viticoltura. «Stiamo usando sempre di più le rilevazioni dal satellite che ci consentono di vedere ampie zone e di integrare, prendendo e acquisendo dei dati importanti, questa osservazione anche con le esplorazioni tramite droni. Oggi noi siamo in grado di guidare gli agricoltori, in questo caso i viticoltori, ma non solo loro, a utilizzare meglio le risorse idriche – conferma Carrino –. Credo che stia a cuore a noi tutti intercettare con molto anticipo la possibilità di malattie e quindi di intervenire senza dover ricorrere a prodotti chimici; inoltre, con la possibilità di seguire l’evoluzione che i cambiamenti climatici stanno determinando, anche fare in modo che gli agricoltori possano programmare gli spostamenti per consentire sempre alle loro colture di essere nelle zone climaticamente più idonee. Quindi il binomio fra due eccellenze del Paese, e di questa regione in particolare, l’agroalimentare e l’aerospazio, sta dando dei frutti davvero molto interessanti».
Infine il Dac rafforza la sua compagine societaria con l’ingresso, approvato nel corso dell’assemblea dei soci, di nove nuove aziende: si tratta di Elettronica SpA, importante gruppo nazionale nel settore della difesa elettronica; due medie aziende quali Axcent System Engineering Srl e Officine Di Matteo Srl, e sei pmi all’avanguardia nel settore quali Green Tech Solution Srl, Mbe Srl (Milano Brothers Group), JMec Srl, Aeromechs Srl, Meditel Srl e Metasensing Srl. «Si rafforza la presenza dei privati: l’ingresso di una grande impresa, due medie aziende e sei pmi di settori diversi ad altissima tecnologia rende sempre più ampia la competenza complessiva del Distretto, un valore aggiunto che va integrato e che va utilizzato per essere tutti più competitivi – conclude il presidente Carrino. – Il normale percorso di evoluzione di queste iniziative è nascere come private e poi diventare pubbliche perché non si reggono sulle proprie gambe. Il Dac, invece, è un’eccezione positiva, perché in questi anni, senza perdere nessuno dei soci pubblici, ha aumentato di molto la presenza dei privati che sempre più capiscono l’importanza di avere un modello di collaborazione stabile, non occasionale, per condividere scenari, visioni, impegni di sviluppo tecnologico, anche per esercitare un’azione politica a favore del settore. Il DAC conferma la sua forte caratterizzazione industriale, pur avendo all’interno la fondamentale presenza di università e centri di ricerca. Il Distretto, nato in ambito pubblico, oggi è ampiamente a leadership privata, per essere sicuri che gli obiettivi che da perseguire abbiano un immediato utilizzo industriale. Tutti i nostri progetti devono avere un leader industriale». (M.C.)
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