AAA cercasi medici di base a Napoli

Già negli anni scorsi qualche massimalista (cioè il medico di base che avesse raggiunto il tetto di 1.500 assistiti), non reggendo il sovraccarico di lavoro, con un collaudato sistema di rimandi da un telefonino all’altro, da un whatsapp all’altro (sempre senza risposta!) risultava di fatto irreperibile… Ma da parecchi mesi – per l’andata in pensione di tantissimi camici bianchi – la situazione è decisamente peggiorata, e (se non si troverà qualche soluzione) si rischia di procedere verso l’emergenza.
Tantissimi i cittadini rimasti privi del medico di famiglia. E, specialmente per chi si è ridotto all’ultimo momento, è difficile trovarne un altro con qualche “spazio” ancora libero. Al Vomero (distretto 27) lunedì scorso ne erano rimasti solo due. “Ma la situazione è decisamente più grave nei quartieri meno gettonati, come Ponticelli, Scampia… Nella sola città di Napoli si calcola che siano almeno 70mila le persone rimaste senza il medico di base”, spiega il dottor Luigi Sparano segretario provinciale Fimmg, il più importante sindacato dei medici di medicina generale.
Non appena ti viene segnalato un nome, corri alla Asl per iscriverti ma risulterà che quello spazio nel frattempo è già stato occupato (cioè il tetto degli assistiti già raggiunto). Operazione che si può fare anche online, identificandosi.
Intanto, chi è riuscito a farsi assegnare un nuovo medico cerca di verificare gli orari delle visite e come fare via whatsapp a farsi prescrivere analisi o farmaci (la ricetta dovrebbe arrivare via email) o ad ottenere un appuntamento (spesso le visite sono “solo su appuntamento”). Una fatica, uno sforzo, specie per i più anziani. E i cittadini che col vecchio medico avevano stabilito un rapporto tale da poterlo chiamare, all’occorrenza, anche solo per chiedergli un consiglio, certi di trovarlo, adesso sono disorientati. E, non solo per questo, in tanti rinunciano a curarsi.
Già nel 2015 la Fimmg pose il problema di come provvedere a rimpiazzare i professionisti che, convenzionati dagli anni Ottanta, in questo periodo sarebbero andati in pensione.
Un altro avvertimento è stato lanciato un paio di anni fa dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che quantificava in 1.235 i professionisti che in Campania avrebbero dismesso il camice bianco per raggiunti limiti di età (settant’anni) entro il 2025, a fronte dell’entrata in servizio di 837 nuovi medici di medicina generale (quindi quasi 400 in meno, con danno soprattutto per i pazienti delle aree periferiche e per quelli delle zone interne che devono fare chilometri per raggiungere il medico territoriale il quale magari divide la propria attività tra due o tre paesini di montagna).
Dati che si inquadrano in una tendenza nazionale, con uno sbilanciamento verso la specialistica, il secondo livello dell’assistenza. Carenza di personale (medici, infermieri, operatori sociosanitari) che incide anche sul versante ospedaliero: lunghe liste d’attesa, ricorso al privato… Come garantire alla popolazione l’equità di accesso alle prestazioni sanitarie nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione?
A settembre 2024 in Campania su 440 zone sguarnite ne sono state coperte la metà (220 medici hanno rifiutato); poi a dicembre si è attinto ai giovani medici dei corsi triennali postlaurea di formazione in Medicina generale (corsisti). Delle 74 zone che riguardavano Napoli, ne sono state coperte 38 (con 36 rifiuti). Decine di migliaia di persone, in Campania, prive di assistenza.
Probabilmente a marzo la Regione individuerà le carenze per distretto e poi le renderà note per i medici di medicina generale (anche corsisti) disponibili, i quali potranno indicare una preferenza. Ma non è detto che vengano accontentati.
Per quanto riguarda questa assistenza di prossimità, qualcuno pensa che il problema si possa fronteggiare con le AFT (aggregazioni funzionali territoriali) composte da una ventina di medici (con collaboratori vari e strumenti per la diagnostica di base) in una sede unica, in modo tale da garantire la presenza di un medico tutti i giorni dalle 8 alle 20.
Nelle fasce orarie in cui al medico di base non spetta lavorare, lo ricordiamo, ci si può rivolgere ai Servizi di continuità assistenziale (ex Guardia medica) in funzione dalle ore 20 alle 8 nei giorni feriali; dalle 10 alle 24 il sabato e negli altri prefestivi; tutta la giornata, dalle 00 alle 24, la domenica e altri giorni festivi. Un servizio operativo sempre durante la notte.

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