Così rivivono i testi di Eduardo, Totò era d’accordo…
di Maria Bataglia
In occasione del quarantesimo anniversario della morte di Eduardo De Filippo avvenuta a Roma il 31 ottobre del 1984, la Rai ha dedicato al grande drammaturgo partenopeo una serie di eventi, da poco terminati, che hanno riscosso successo di pubblico e critica. Ci riferiamo in particolare al documentario Il nostro Eduardo scritto e diretto da Didi Gnocchi e Michele Mally che lo celebra come maestro universale e senza tempo, il cui teatro è intriso di una contemporaneità disarmante, con temi e dinamiche che risuonano oggi come allora.
Le dolenti note, se così possiamo dire, si fanno sentire quando un regista o una compagnia di attori noti o meno noti, dopo aver chiesto il permesso alla Fondazione De Filippo e aver pagato i relativi diritti d’autore, si accinge a rappresentare una delle sue commedie che poi vanno in onda preferibilmente sulla rete ammiraglia della Rai con la segreta speranza di fare audience e stracciare le reti concorrenti. Questo è stato il caso di Natale in casa Cupiello di Vincenzo Salemme andata in onda in presa diretta dall’Auditorium Scarlatti del Centro di produzione della Rai di Napoli il 26 dicembre 2024 e del film per la regia di Alessandro Gassmann Questi fantasmi del 30 dicembre 2024.
Complici i social, gli spettatori si sono squarciate le vesti e sono fioccate critiche e polemiche a non finire tanto da far dire allo scrittore Maurizio de Giovanni una frase sulla quale dovremmo meditare: “Di Shakespeare, per grazia di Dio, non esistono versioni filmate altrimenti ad ogni Re Lear sai che guerra di paragoni disgustati”. Pertanto è doveroso fare qualche riflessione.
Siamo tutti concordi nell’affermare che Eduardo è stato uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi e che avrebbe meritato il Nobel per la letteratura al pari del suo amico fraterno Luigi Pirandello. Siamo orgogliosi che Napoli gli abbia dato i natali e che nelle sue commedie ci sia tanto, troppo della nostra visione della vita che oscilla da sempre tra epicureismo e cinismo . Siamo consapevoli di volergli bene, lo stesso bene che si riserva ad una persona di famiglia avendone oltremodo cura e rispetto. Siamo profondamenti convinti che Eduardo rappresenti un punto di riferimento per nuovi autori ed attori e che la sua arte sia a dir poco ineguagliabile. Tuttavia non possiamo per questi stessi motivi trasformarlo in un santino ed attribuirgli quella sacralità dalla quale lui stesso rifuggirebbe. E poi bisogna fare altre considerazioni. Ad esempio Natale in casa Cupiello è stata rimaneggiata dallo stesso Eduardo più e più volte tanto da fargli dire che era nata come un “parto trigemino con una gravidanza di quattro anni”. Se avessimo la pazienza di visionare i vari allestimenti della commedia, molti dei quali sono conservati nelle Teche Rai, ci accorgeremmo che anche le battute, quelle più iconiche, sono state oggetto di rimaneggiamenti e che spesso sono state frutto di improvvisazione. Inoltre non è mai elegante mettere a confronto due persone o due cose per giudicare delle loro somiglianze o diversità o per riconoscere quale sia il valore dell’una rispetto all’altra. Siamo certi che persino Luca De Filippo ne abbia sofferto come tutti i figli di personaggi famosi, vedi anche Alessandro Gassmann. E poi c’è un’altra cosa che va detta: Eduardo viene rappresentato in tutto il mondo e se questo non fosse più possibile per una serie di motivi, le nuove generazioni non lo conoscerebbero neppure e le sue opere andrebbero nell’oblio.
E come avrebbe detto Totò, suo amico fraterno, parafrasando ‘A livella:
“Perciò, stateme a ssentì, nun facite ‘e ristivi,
Facitele rappresentà cheste commedie
Eduardo ‘all’ato munno, chillo de’ veramente vivi
‘o sape bbuono ca l’intenzione è’ seria.
Basta raggiunamente e divisioni,
Eduardo è nei nostri cuori
E lla’ nun putarrà maje murì!”
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