Emeroteca Tucci, un patrimonio che Napoli non può perdere
Tante promesse che sinora si sono rivelate solo chiacchiere. L’Emeroteca “Tucci” – l’emeroteca dei giornalisti, strumento di conoscenza e di storia riconosciuto a livello internazionale – è nel vortice di una difficile crisi che, se non superata, potrebbe portare alla dispersione o al trasferimento in altra città del suo immenso patrimonio di libri riviste e collezioni di giornali che custodiscono la nostra identità… Si parla tanto di cultura, e intanto il Mezzogiorno rischia di perdere un pezzo della sua storia. Il “tempio laico del sapere” che ha sede nel Palazzo delle Poste di piazza Matteotti è un patrimonio che Napoli non può perdere. Appello alle istituzioni.
La scure del Mic, ministero istruzione e cultura, sembra essere caduta sulle associazioni culturali, svolgenti attività editoriale e di ricerca o servizi di consultazione e assistenza, alle quali ogni anno la legge 534 del 1996 assegna un modesto contributo finanziario. In Campania l’associazione più maltrattata è stata l’Emeroteca Biblioteca Tucci che già nel 2023 era risultata penalizzata da un macchinoso aggiornamento della piattaforma informatica ministeriale che prevedeva la richiesta di contributo inoltrata attraverso lo spid. L’ultimo contributo percepito dell’Emeroteca di piazza Matteotti era stato nel 2022 di ventiseimila euro erogato dal Ministero retto dall’onorevole Franceschini. Per il 2024 il Mic ha inviato alla “Tucci” un bonifico di diecimila e cinquecento euro, operando un taglio di circa il 60%. Rigore per tutti? No, la scure sarebbe stata impugnata con mano più leggera – si sostiene in certi ambienti culturali – verso poche associazioni privilegiate come qualche arciconfraternita presieduta da un alto dirigente in pensione dell’allora ministero dei beni culturali, insomma un ex collega.
Ridiventa critica la sopravvivenza della struttura nata (nel 1907) e vissuta per centodiciassette anni in edifici postali. Eppure, un anno fa, il 14 novembre, i giornali pubblicarono intere pagine sulle promesse di rilancio dell’Emeroteca Tucci fatte dal ministro allora in carica durante la sua visita a piazza Matteotti, avvenuta con la scorta di quattro direttori generali e il capo di gabinetto; visita nel corso della quale lo staff del Mic aveva potuto ammirare centinaia di pubblicazioni periodiche degli ultimi cinque secoli introvabili in altre biblioteche italiane, come i giornali di Marat e Robespierre, e sfogliare l’infinita raccolta di documenti attestanti la presenza costante nelle sale di consultazione della “Tucci” di ricercatori e docenti delle università di quattro continenti.
Fucina di tesi di laurea e di dottorato, l’Emeroteca Biblioteca Tucci (undicimila collezioni di quotidiani e riviste italiani e stranieri e cinquantamila libri degli ultimi sei secoli) ha cominciato ad attraversare tempi difficili con la immotivata cessazione del finanziamento nel 2001 della pur vigente legge regionale 12/1996. Seguirono le dimissioni del “Banco di Napoli spa” da Socio Sostenitore motivate con una misteriosa “coerenza con la policy aziendale”, l’improvviso silenzio dell’Amministrazione Provinciale (sostenitrice dal 1915) che varò nello stesso anno un contributo agli ultrà di una curva dello stadio “San Paolo” e il defilarsi della Fondazione Banco di Napoli, Socio Sostenitore “versante” fino alla presidenza Giannola… Sono rimasti, oggi, soltanto la Camera di Commercio, mai morosa dal settembre 1915, e, in dimensione minore, il Comune puntuale versatore dal tempo di Rosa Russo Jervolino. La Regione Campania che, nel 2016 aveva rifinanziato una tantum la sua mai abrogata legge 12/96, grazie a un intervento di un generale di corpo d’armata divenuto capogruppo consiliare, ha deliberato un contributo nel 2024 su proposta della vicepresidente Valeria Ciarambino, utilizzato dalla “Tucci” per chiudere il bilancio annuale.
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