Germano Bellavia: “Se fosse stato per me avrei fatto solo l’ultrà del Napoli”

Di Massimo Sparnelli

Un grande tifoso degli azzurri, sia da tifoso che da dirigente ho visto Germano in tutti gli stadi del mondo, anche da solo, per seguire il suo amato Napoli.

“Da bambino ho vissuto a New York per un po’ perché mia madre mi mandò da mio zio Raffaele a Little Italy per imparare l’inglese. Quando tornai parlavo più napoletano di prima: inglese zero.
La mia carriera di attore iniziò grazie a Nanni Loy che mi scelse per Scugnizzi, il musical nel 1987, avevo 17 anni. Non avrei mai fatto l’attore perché mi bastava fare il pasticciere. A fare l’attore ci pensava mio fratello Antonio, allievo di Gigi Proietti. Antonio frequentava il laboratorio di esercitazioni sceniche e aveva formato una compagna di 13 attori (tutti allievi di Proietti) a Latina e viveva lì. Quando feci questo provino ero al liceo, lui stava parlando con mia madre e mi feci passare il telefono e gli dissi che Nanny Loy mi aveva scelto per il musical. Antonio iniziò ad urlare come un pazzo dalla felicità. E’ fu l’ultima che lo sentii. Se c’è un motivo per cui faccio l’attore e’ perché ho tentato di fare quello che mio fratello Antonio, buonanima, non è riuscito a fare, altrimenti avrei fatto solo il pasticciere. La mia psicologa dice che faccio il pasticcere per la famiglia, l’attore per mio fratello Antonio e che se fosse stato per me “Da bambino ho vissuto a New York per un po’ perché mia madre mi mandò da mio zio Raffaele a Little Italy per imparare l’inglese. Quando tornai parlavo più napoletano di prima: inglese zero.
La mia carriera di attore iniziò grazie a Nanni Loy che mi scelse per Scugnizzi, il musical nel 1987, avevo 17 anni. Non avrei mai fatto l’attore perché mi bastava fare il pasticciere. A fare l’attore ci pensava mio fratello Antonio, allievo di Gigi Proietti. Antonio frequentava il laboratorio di esercitazioni sceniche e aveva formato una compagna di 13 attori (tutti allievi di Proietti) a Latina e viveva lì. Quando feci questo provino ero al liceo, lui stava parlando con mia madre e mi feci passare il telefono e gli dissi che Nanny Loy mi aveva scelto per il musical. Antonio iniziò ad urlare come un pazzo dalla felicità. E’ fu l’ultima che lo sentii. Se c’è un motivo per cui faccio l’attore e’ perché ho tentato di fare quello che mio fratello Antonio, buonanima, non è riuscito a fare, altrimenti avrei fatto solo il pasticciere. La mia psicologa dice che faccio il pasticcere per la famiglia, l’attore per mio fratello Antonio e che se fosse stato per me avrei fatto solo l’ultrà del Napoli.”

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