Gli assistenti sociali del Terzo millennio

Questioni di genere e diritti delle donne, Sociologia della disabilità, Diritto antidiscriminatorio e Tecnologie digitali per l’inclusione sociale. Saranno alcuni
degli insegnamenti innovativi del nuovo Corso di laurea in “Scienze del servizio sociale: diritti e inclusione” dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È la principale novità dell’offerta formativa del nuovo anno accademico dell’Ateneo napoletano, la più antica libera Università italiana, che anche nel 2024 è risultata tra le migliori Università italiane per la spiccata attenzione al futuro occupazionale dei suoi laureati (fonte AlmaLaurea). Il corso è ad accesso libero (senza test d’ingresso), ma, come da tradizione del sistema formativo del Suor Orsola, prevede un numero programmato di massimo 200 studenti. Immatricolazioni aperte fino a fine dicembre. “In un Paese con oltre 5 milioni di residenti stranieri, oltre centomila migranti non regolari sbarcati ogni anno negli ultimi 25 anni e un numero di separazioni e divorzi in costante aumento (+22% secondo gli ultimi dati Istat la crescita nell’ultimo anno monitorato) la figura dell’assistente sociale diventa sempre più importante nel sistema Welfare italiano ed è sempre più importante che sia adeguatamente formata per stare al passo con le nuove esigenze sociali”. Così Stefania Ferraro e Ciro Pizzo, presidenti del nuovo corso di laurea in Scienze del servizio sociale del Suor Orsola, ne presentano uno dei primari obiettivi. Assistenti sociali ma non solo. Perché il nuovo corso di laurea del Suor Orsola formerà più in generale nuovi profili professionali del lavoro sociale, caratterizzati da una solida preparazione teorica declinata sulla pratica che, anche in conformità delle linee guida internazionali della Global Definition of Social Work, approvata dall’International Federation of Social Workers e dalla General Assembly of International Association of Schools of Social Work, siano in grado di promuovere il cambiamento sociale, lo sviluppo sociale, la coesione sociale, nonché l’empowerment e l’emancipazione delle persone. “Tra queste nuove figure – evidenzia Stefania Ferraro – ci sarà ad esempio il Tecnico del reinserimento e dell’integrazione sociale che svolge compiti di prevenzione del disagio e di inserimento sociale e lavorativo e concorre alla rimozione dei fattori di determinazione dell’emarginazione sociale”.
La sua funzione è particolarmente rilevante in materia di attivazione dei soggetti esclusi dal mondo del lavoro e dei NEET. “Le laureate e i laureati in Scienze del servizio sociale – sottolinea Ciro Pizzo – più in generale potranno ricoprire il ruolo di operatore di base e di responsabile di unità operative semplici in servizi sociali comunali o promossi da associazioni o consorzi di comuni; servizi e strutture residenziali; organizzazioni di terzo settore; organizzazioni pubbliche e private profit; progetti individuali di aiuto alla persona”. Il tutto con crescenti sbocchi occupazionali in strutture pubbliche (aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere, enti locali e ministeri) e strutture private e del terzo settore (case famiglia, centri di riabilitazione, associazioni di promozione sociale, organizzazioni pubbliche nazionali, sovranazionali e internazionali, organizzazioni non governative impegnate in attività di cooperazione internazionale).

Share this content:

Commento all'articolo