La Campania contro l’autonomia differenziata: depositato il ricorso per illegittimità costituzionale

Vincenzo De Luca
Dopo la raccolta di oltre 100.000 firme in meno di un mese a favore del referendum per l’abrogazione della “legge Calderoli”, la Regione Campania ha notificato ieri, 27 agosto, al Consiglio dei ministri, il ricorso contro la suddetta legge per “illegittimità costituzionale”.
La Regione Campania, rappresentata dal prof. Francesco Marone, Ordinario di Diritto costituzionale e di giustizia costituzionale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, insieme all’Avvocatura regionale, chiede alla Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la “legge Calderoli”, legge attuativa della L. Amato del 2001, avendo individuato ben 15 punti sui quali la Corte dovrà pronunciarsi.
Tra questi, viene messo in rilievo come l’applicazione di tale legge possa facilmente calpestare l’unità nazionale pregiudicando l’uguaglianza tra i cittadini nelle diverse Regioni (si considerino le misure previste per la determinazione dei LEP per cui i diritti sociali non sarebbero più garantiti); possa portare, anziché a un decentramento delle funzioni nell’ottica di uno snellimento burocratico, a una secessione economica e sociale così amplificando il divario tra le regioni settentrionali e meridionali; o ancora, possa aumentare il potere del Presidente del Consiglio dei Ministri a tutto svantaggio del ruolo del Parlamento, al momento, insieme ai Consigli regionali, unico garante dell’unità nazionale.
Pertanto è evidente che qui non si discute della bontà dell’autonomia differenziata destinata a concedere maggiori poteri e autonomia alle Regioni, ma si tratta di una modifica delle ripartizioni delle competenze fra Stato e Regioni che andrebbe ad intaccare profondamente dettami costituzionali che, per essere modificati, hanno bisogno di ben altro che di una legge varata in fretta e furia e che porta la firma di un medico, odontoiatra e leghista.

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