La doppia morale dei potenti
Un brivido corre lungo la schiena, un tormento arrovella la mente, uno squarcio dell’anima trafigge il cuore. La barbarie delle guerre intorpidisce le menti e a nulla valgono le regole che sempre dovrebbero arginare la crudeltà umana che, man mano, sta spostando il limite verso un baratro inimmaginabile.
Esistono dei principi di legalità internazionale che dovrebbero valere per tutti gli Stati, ma è sempre vero? Mi rendo conto che il rispettare e l’applicare queste regole varia a seconda di chi vi è coinvolto, a seconda delle conseguenze che ciò comporta in ambito economico, finanziario, diplomatico. In ultima analisi tali “regole”, se e quando rispettate, hanno l’unico scopo di avvantaggiare il più forte.
Ogni Stato ha il diritto di governarsi da solo e nessun altro Stato dovrebbe intervenire negli affari interni di un’altra nazione. Ma gli accadimenti, le immagini, le notizie, mi dicono cose ben diverse. Nessuno Stato rispetta trattati e convenzioni, nessuno Stato risolve le controversie attraverso mezzi pacifici; soprattutto, nessuno Stato rispetta e protegge i diritti umani.
Centinaia e centinaia di bambini vittime innocenti, milioni di civili ridotti in povertà, interi paesi distrutti: Iraq, Afghanistan, Gaza, Hamas. Una grossa vampa, un fuoco gigantesco.
I potenti, solo ed esclusivamente loro, i pochissimi che tengono le fila, decidono che tutto ciò debba accadere perché in gioco ci sono molti interessi, i loro interessi, maledetti! Alle origini di questo scempio non vi è altro che una doppia morale: rispettare i principi di legalità internazionale vale, o meno, a seconda di chi si ha di fronte, se si tratta di Paesi “amici” oppure no. E allora certi attacchi si giustificano mentre altri si ritengono deplorevoli; la NATO talvolta ritiene di non intervenire, talaltra motiva gli attacchi secondo il principio per cui è necessario intervenire per prevenire atrocità di massa e così fermare le violazioni dei diritti umani. Ossia si tratterebbe di missioni “umanitarie”… Missioni che, però, di umanitario hanno ben poco, visti i risultati che contano sempre un numero spropositato di morti e distruzione ovunque.
L’Occidente forte e bello di un tempo è ormai al suo tramonto. Bisogna accettare l’idea che il mondo, come lo abbiamo conosciuto sino ad ora, sta cambiando, che vi sono equilibri geo-politici in continua e veloce evoluzione. È necessario considerare che ci stiamo avviando verso una configurazione geopolitica multipolare, una sempre maggiore complessità della società e processi di globalizzazione a crescita esponenziale.
Non se ne può più di un mondo dominato solo da super-potenze, è ora di finirla con sistemi rigidi e dispotici. Il potere politico, economico e militare deve essere distribuito tra blocchi di nazioni, cosicché ognuno di questi possa avere un’influenza importante e significativa. In tal modo si darebbe vita ad una vera e propria cooperazione internazionale con un efficace bilanciamento dei poteri. E forse, finalmente, ci potrebbe essere una parvenza di uguaglianza tra gli uomini. È una sfida che va affrontata, una sfida complessa e audace che, sovvertendo il predominio di pochi, potrebbe garantire stabilità e prosperità nazionali ma, soprattutto, globali.
Foto di Gerd Altmann – Pixabay
PICCOLO MONDO
Piccolo mondo
tu che sparisci al sorgere
e allo scomparire del sole,
tu che vivi sotto la cenere
di ciò che alla vita sfugge,
tu esisti nelle viscere dell’anima
e fai sognare l’animo nobile…
Tu piccolo mondo
dona al mondo
ciò che esso stesso esige.
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