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La moda “made in Campania” è in salute

Il settore moda sta attraversando un periodo di crisi profonda, che minaccia di peggiorare nel 2025. In Italia, nei primi sette mesi del 2024 la produzione è calata del 10,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo del 5,3% – corrispondente a una perdita di quasi 2 miliardi di euro – solo per quanto riguarda le esportazioni. In poco più di due anni, da maggio del 2022 a luglio del 2024, il calo registrato è invece pari al 25%. A livello globale, nel 2024 il fatturato è sceso del 3,5%. Un’analisi commissionata da McKinsey&Company e Business of Fashion rivela che l’80% dei dirigenti della moda nel mondo non si aspetta nessun miglioramento nell’arco di quest’anno, mentre il 39% prevede addirittura un peggioramento. È una crisi che colpisce sia realtà note, che imprese più piccole. Secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio negli ultimi anni i negozi di moda ad aver chiuso sono oltre 16mila e, secondo le stime, potrebbero aggiungersi a questo dato almeno altri 10mila esercizi, con 13mila lavoratori a rischio disoccupazione.

Ma in uno scenario internazionale e nazionale così complicato, la Campania sta riuscendo a registrare buone performance: con 27mila aziende è la seconda regione italiana per numero di imprese attive nella moda e design dietro soltanto alla Lombardia (nel 2016 era la quinta), con il 33% di microimprese e il 60% piccole imprese, di cui più di 3.500 impegnate nella confezione e nell’abbigliamento, soprattutto tra Napoli e provincia, Salerno e Caserta, e si conferma una delle eccellenze nell’intero panorama del fashion system italiano ed internazionale. Il fatturato stimato è di 15 miliardi di euro, con 110mila addetti impegnati (9% del dato nazionale e 50% di quello del Sud in riferimento al numero degli addetti ed a quello delle aziende). La filiera regionale del Tac (tessile, abbigliamento, calzature) è la più estesa e articolata, e in più si completa con accessoristica, oreficeria, occhialeria, cosmetici. La concentrazione territoriale in alcune aree determina veri e propri poli specializzati, come avviene per Avellino (conciario), Aversa (calzaturiero), Marcianise (orafo), Caserta (tessile, seterie), area Vesuviana (abbigliamento), Casalnuovo-Arzano (sartoria), Nola (logistica e distribuzione).

Il comparto è caratterizzato da numerose aziende storiche e di eccellenza, con forti legami territoriali che, in alcuni luoghi, determinano la qualità del paesaggio con siti monumentali di grande pregio. La pandemia ha accelerato la necessità di innovazione e transizione tecnologica, spingendo le imprese campane verso sostenibilità ambientale, digitalizzazione e reshoring produttivo.

Sarti, orlatori, tagliatori artigianali, modellisti ma anche figure che stiano al passo con le novità introdotte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale. Sono le professioni di cui ha bisogno il settore moda, emerse nel corso del Meet Italian Brands 2025, con l’obiettivo di proiettare le aziende che operano con il proprio brand e quelle che producono con il marchio del committente sui mercati internazionali, favorendone il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale. Per formare le figure professionali del domani, sarà siglato un protocollo di cooperazione sulla moda tra Università del Nord e del Sud del Mediterraneo nell’ambito della formazione, innovazione e ricerca.

«Con il contributo di Ita-Ice – Agenzia per l’internazionalizzazione, che opera attraverso circa 80 uffici presenti in tutto il mondo – spiega  Luigi Giamundo, presidente della Sezione Moda dell’Unione Industriali Napoli e ideatore dell’evento – abbiamo individuato istituti universitari dei Paesi del mediterraneo interessati a stilare un protocollo di cooperazione con l’Università della Campania Luigi Vanvitelli sulla formazione, innovazione e ricerca. L’obiettivo è di formare mano d’opera specialista da utilizzare nelle aziende della moda e del tessile. È un antidoto anti crisi per il futuro, non solo per creare professioni di eccellenza ed evitare di disperdere un patrimonio fatto di antichi mestieri, ma anche per individuare nuovi mercati di riferimento. Questo percorso  è possibile solo all’interno di una cornice che tiene dentro tutti i soggetti con partner sia pubblici che privati».

Un elemento che le imprese del settore possono sfruttare per uscire dalla crisi è senza dubbio il digitale: chi si affaccia in questo campo oggi entra in un mercato imprevedibile, ma che al tempo stesso può fornire nuove possibilità proprio sfruttando le nuove competenze fornite dal progresso tecnologico e in particolare dall’avanzare dell’Intelligenza artificiale. Ecco, quindi, alcune delle figure professionali più ricercate oggi dalle aziende del settore moda:

–              Fashion marketing manager: questo ruolo implica la gestione delle campagne di marketing per promuovere collezioni e brand. I fashion marketing manager, infatti, collaborano con team creativi per sviluppare strategie pubblicitarie. A questi professionisti sono richieste capacità di analisi, conoscenza delle strategie di marketing e spiccate abilità comunicative;

–              Sustainability manager: una figura in grado di occuparsi degli aspetti ambientali legati alla produzione ed ai processi dell’azienda, in modo che quest’ultima abbia un basso impatto sull’ecosistema e possa essere riconosciuta come industria sostenibile;

–              Virtual visual merchandiser: si tratta di un grafico che cura le vetrine virtuali dei negozi online che è al tempo stesso un creativo e uno psicologo del marketing: posiziona infatti i vari prodotti nella vetrina virtuale cercando di renderli il più attraenti possibili agli occhi dei potenziali clienti;

–              Data scientist per la moda: professionisti che analizzano grandi quantità di dati per prevedere tendenze, comportamenti dei consumatori e ottimizzare le strategie di marketing;

–              Sviluppatori di soluzioni AI per il retail: professionisti che implementano sistemi basati sull’IA per migliorare l’esperienza del cliente, come chatbot, assistenti virtuali e raccomandazioni personalizzate;

–              3D modelist: designer in grado di testare tessuti, modelli e prodotti grazie alla tecnologia 3D.

 

Il Meet Italian Brands 2025 è un fashion event internazionale, giunto alla sua terza edizione, dedicato alle produzioni di eccellenza della moda in Campania dei settori abbigliamento donna, uomo, bambino e accessori, calzature e pelletteria.

L’evento rappresenta un’occasione di networking ed è rivolto agli operatori esteri e ai buyer interessati a individuare imprese del made in Campania per creare accordi produttivi/commerciali.

Partecipano aziende campane di medie e piccole dimensioni, selezionate dalla Regione Campania attraverso una Manifestazione d’interesse. Presenti oltre 100 buyer stranieri provenienti da 35 Paesi e cinque Continenti (America, Asia, Emirati Arabi, Europa e Africa).

Il progetto coinvolge: Regione Campania, ITA-ICE – agenzia per l’internazionalizzazione, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Confindustria Campania e Unione Industriali Napoli, CIS-Interporto Campano – Nola Business Park, Mostra d’Oltremare Spa, Università della Campania Luigi Vanvitelli, con il sostegno di Assocalzaturifici, Praxi, EY, ed ha come partner Confindustria Moda e Museo della Moda Regionale. Main Sponsor Unicredit

Il fashion event è un format innovativo che non prevede solo “esposizione, contatti e vendita”, ma anche confronto e crescita formativa.

Previsti incontri B2B tra le aziende partecipanti e i buyer selezionati, invitati ed ospitati da ITA-ICE. I buyer non si limiteranno a incontrare le aziende negli spazi espositivi allestiti alla Mostra d’Oltremare, ma avranno anche la possibilità di visitare fisicamente i loro stabilimenti di produzione.

Il momento business oriented è arricchito da un cospicuo numero di talk in cui addetti del settore e istituzioni potranno confrontarsi e condividere tematiche che fanno riferimento alle leve dello sviluppo del settore quali ricerca, innovazione, promozione di nuovi mercati, sostenibilità ambientale e sociale, nuove tecnologie, formazione. (M.C.)

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