Luigi de Magistris: “Napoli è allo sbando. Troppe consulenze”

Luigi de Magistris ha usato diversi slogan e motti durante i suoi anni da sindaco di Napoli, molti dei quali riflettevano il suo stile politico e la sua visione per la città. “Napoli città ribelle” era un motto che esprimeva la volontà di Napoli di non piegarsi ai poteri forti e di costruire un modello di autogoverno indipendente. “O si è rivoluzionari o si è complici” era una frase che sintetizzava la sua visione politica e il suo atteggiamento nei confronti del sistema politico tradizionale. “Napoli non si piega”, invece, veniva utilizzato soprattutto nei momenti di difficoltà, come le tensioni con il governo centrale o le emergenze cittadine. “La città dell’amore contro l’odio”, poi, era un messaggio che sottolineava la sua idea di Napoli come città accogliente e inclusiva ed infine “Acqua pubblica, beni comuni, democrazia partecipativa” era un motto legato alle sue politiche sulla gestione pubblica delle risorse e sulla partecipazione cittadina. Questi slogan riflettevano il suo stile diretto, spesso combattivo, e il tentativo di costruire un’identità politica alternativa rispetto ai partiti tradizionali. Tutto molto lontano oggi, con un sindaco, Gaetano Manfredi, che sembra più distante dai cittadini e dalle loro richieste ed esigenze.
Luigi De Magistris, politico ed ex magistrato vomerese, ha iniziato la sua carriera come pubblico ministero, conducendo inchieste su corruzione e criminalità organizzata, prima di entrare in politica. È stato sindaco di Napoli per due mandati, dal 2011 al 2021, con un programma basato su trasparenza, partecipazione e opposizione ai partiti tradizionali. Durante la sua amministrazione ha promosso iniziative per la gestione pubblica dell’acqua, la riqualificazione urbana e la cultura, ma ha anche affrontato difficoltà finanziarie e scontri con il governo centrale.
Nel 2022 si è candidato alla presidenza della Regione Calabria senza successo. Dopo la parentesi con “Unione Popolare”, oggi è spesso ospite di vari salotti televisivi ed è impegnato nel tour teatrale “Istigazione a sognare – La coerenza dei fatti”, che è più di uno spettacolo teatrale: è un invito a credere nei valori fondamentali della Costituzione italiana e a giudicare i politici non dalle parole ma dai fatti. Lo incontriamo nel suo Vomero per un’intervista esclusiva per i lettori di Napoli Oggi, un breve viaggio tra passato, presente e quel futuro che potrebbe rivederlo candidarsi alla guida della città.
De Magistris, partiamo dal bilancio della sua esperienza da sindaco. Quali ritiene siano stati i suoi maggiori successi come sindaco di Napoli?
Aver trasformato la città di Napoli che per colpa della politica era diventata la metropoli dei rifiuti e di Gomorra, nella città della cultura, del turismo, dei beni comuni, degli eventi internazionali, dei giovani, della partecipazione, della rottura del rapporto tra politica e camorra. Aver trasformato anche il sentimento di un popolo, prima depresso e rassegnato, poi orgoglioso e fiero.
Quali errori riconosce nella sua amministrazione?
Avendo governato senza un euro e con forti ostacoli dei poteri forti ad ogni livello credo sia un miracolo laico quello che si è realizzato insieme con il popolo napoletano. Gli errori semmai sono stati politici più che amministrativi: non aver costruito una prospettiva di governo dopo la fine dei miei due mandati tenuto conto che per legge tre mandati di seguito non si potevano fare.
Napoli ha affrontato molte difficoltà finanziarie durante il suo mandato. Ritiene che le scelte fatte siano state le migliori possibili?
Senza ombra di dubbio. Abbiamo salvato Napoli dal dissesto, non abbiamo licenziato nessuno ed anzi stabilizzato ed assunto, abbiamo migliorato i servizi, non abbiamo svenduto il patrimonio immobiliare, risanato tutte le aziende del Comune non privatizzandone nessuna. Ho addirittura consegnato a Manfredi un rendiconto con soldi in cassa.
Passiamo all’attualità e alla gestione della città. Come valuta l’operato dell’attuale amministrazione comunale?
Inadeguato. Dopo quasi quattro anni di amministrazione Manfredi, è evidente la totale assenza di visione della città, grande incapacità amministrativa e pur avendogli consegnato una città potente da ogni punto di vista non solo non hanno la capacità nemmeno di campare di rendita, ma hanno peggiorato i servizi nonostante il fiume di denaro pubblico post covid di cui hanno beneficiato. E poi manca completamente la connessione con la gente ed è ritornata forte la questione morale.
Quali sono, secondo lei, le principali emergenze che Napoli sta affrontando oggi?
Una città senza guida, in cui non si affrontano i nodi più cruciali, un’amministrazione che non ascolta, non media, non decide nell’interesse dei napoletani. Non affrontano la sicurezza, i servizi, il bradisismo, addirittura il turismo e l’energia della città non sanno governare. Ma non mi meraviglia, non c’è amore per Napoli da parte del sindaco Manfredi.
La città ha sempre avuto problemi con la gestione dei rifiuti e dei trasporti. Quali soluzioni proporrebbe oggi?
Noi abbiamo indicato la strada ma Manfredi non procede come si dovrebbe. Avevamo posto le basi di un ciclo della gestione dei rifiuti tutto pubblico nell’intera città metropolitana, un piano industriale solido, assunzioni, rafforzamento della differenziata e compostaggio. Manfredi ha rallentato tutto e ripropone la privatizzazione dell’azienda, esternalizzazioni di servizi, lentezza nel portare avanti finanziamenti, investimenti e piano industriale. Nei trasporti ha la capacità rara di rallentare anche tutto quello che era già pronto: i nuovi treni che abbiamo acquistato vengono messi in servizio con il contagocce; le nuove stazioni con il freno a mano; la linea 6 solo da poco con clamoroso ritardo, come la funicolare di Chiaia, è stata messa in funzione anche se a scartamento ridotto. E tutti gli altri investimenti già pronti sono in frenata.
Sulla prevenzione e sugli interventi in merito al terremoto dei Campi Flegrei come giudica l’operato del Comune di Napoli?
Peggio non potevano fare, un disastro. Comunicazione imbarazzante: non si informa la cittadinanza e si danno anche notizie che non corrispondono al vero. Non si mettono in campo le azioni nonostante le scosse vadano avanti da mesi. Si eseguono con lentezza e con mancanze clamorose controlli e soprattutto interventi sugli immobili. Addirittura la notte della più forte scossa, quella 4.4, la gente non ha trovato nessuna struttura di accoglienza pronta ed anzi cancelli sbarrati. La dimostrazione della condotta inqualificabile è data dalle luci spente di sera e di notte a Palazzo San Giacomo. I napoletani non meritano di essere in balia di questa politica in un momento così duro e difficile.
Ha intenzione di ricandidarsi a sindaco di Napoli?
L’ipotesi si fa sempre più concreta perché da napoletano ed essendomi anche assunto la responsabilità della guida della città quando nessuno scommetteva sulla nostra città non posso più vederla governata da una classe dirigente politica mediocre e garante dei poteri forti.
Cosa pensa dell’attuale panorama politico napoletano e campano?
Desolante, invece rivedo le energie dal basso che danno ossigeno alla democrazia.
Ha sempre parlato di una “Napoli ribelle”. Oggi c’è ancora quello spirito di ribellione?
Cova sotto la cenere e bisogna scardinare la strategia del sonno del prof Manfredi.
PNRR e progetti per il futuro della città: Napoli sta ricevendo fondi dal PNRR. Ritiene che siano gestiti nel modo corretto?
C’è ritardo e molta lentezza, ma anche troppa poca trasparenza, fondi utilizzati per alimentare consulenze ed affidamenti per consolidare solo consenso politico ma senza alcuna utilità per la città.
Un tema che lei segue è la Missione 5 del PNRR per i senzatetto. Cosa pensa di questi progetti e come avrebbero potuto essere gestiti meglio?
Anche qui decisioni imbarazzanti, poca trasparenza e soldi spesi male. I fondi del PNRR destinati a pioggia verso strutture non pubbliche per progetti che potrebbero essere investiti in edifici pubblici e con risorse interne. È la giunta delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni. Addirittura l’azienda dell’acqua pubblica stanno smantellando.
Quali investimenti ritiene prioritari per il futuro della città?
Bagnoli, Napoli Est, periferie, centro storico, lotta alle disuguaglianze, diritto alla casa, città ecologica, sicurezza urbana, sono sfide che possono rendere Napoli capitale di un nuovo umanesimo, ma bisogna rapidamente cambiare il governo politico della città, prima che sia troppo tardi.

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Alessandro Migliaccio Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta "terra dei fuochi" e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall'Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L'Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un'aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l'accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito. Nel 2017 ha fondato e diretto per alcuni anni Vomero Magazine, nel 2019 ha fondato il quotidiano Napoli, di cui è stato direttore per 4 anni. Attualmente, oltre agli articoli per Napoli Oggi, lavora anche per Napoli Today dove pubblica inchieste e approfondimenti sulla città ed inoltre collabora con la trasmissione Striscia la Notizie oltre che con le riviste Oggi e Giallo.

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