
Manna, direttore e gentiluomo
Giovanni Manna: chi era costui? Da qualche giorno tutto l’ambiente Napoli ha compreso perfettamente la personalità del Direttore Sportivo azzurro e non ha più motivo di porsi l’interrogativo che fu di Alessandro Manzoni per Carneade. Perché esattamente dal pomeriggio del 5 febbraio, tutti hanno capito chi è veramente Manna e quale sia il suo reale spessore sia professionale che umano. Il merito è suo, per aver avuto il coraggio di metterci la faccia dopo la serpeggiante delusione della piazza in seguito alle disattese aspettative del mercato invernale. Prima che le sussurra potessero diventare grida e prima che i rumori potessero ingigantirsi in frastuono, Manna si è messo davanti ai microfoni sfidando il “patibolo” dei giornalisti, in una delle più riuscite e incisive conferenze stampa degli ultimi anni. Il Direttore azzurro non ha lasciato evaso alcun interrogativo, ha spiegato anche nelle virgole la politica della Società, i parametri del Club, la volontà di prendere solo calciatori forti emotivati, coscienti che la nostra squadra non è un trampolino ma un traguardo. Chi non accetta Napoli, non è da Napoli. Lo ha ripetuto in maniera ridondante Manna, perché abbiamo un allenatore che ha un appeal internazionale ed una forza carismatica da guinnes dei primati. Perché il Club azzurro è in continua ascesa come statura internazionale e solidità economica. E poi Manna ha rilanciato le ambizioni zittendo anche i più irriducibili scettici, spiegando con fermezza che in estate il Napoli investirà tutti gli introiti per acquisire dal mercato, più ampio e meno “tiranno” di quello di gennaio, i campioni che questa città e questa tifoseria meritano. Non è vietato sognare ed anzi è ancora più legittimo volare con la fantasia vedendo questa squadra tre metri sopra il cielo, davanti a tutti, anche alle rivali che ad inizio campionato godevano di buonissima stampa e dei favori del pronostico. Signori, Giovanni Manna si è presentato alla grande e da oggi tutto il mondo azzurro sa di poter contare su un giovane manager che ha carattere da vendere ed enorme prospettiva. Nato a Salerno, Manna ha iniziato la sua scalata nel calcio manageriale da giovanissimo trasferendosi in Svizzera per prendere le redini prima del Chiasso e poi del Lugano. Si forma professionalmente in un ambiente che fa dell’ordine e della precisione le sue caratteristiche principali. Poi il salto alla Juventus che gli affida il progetto della “Next Gen”, ovvero la prossima generazione bianconera. Qui Manna mostra tutto il proprio fiuto e la competenza per far crescere nuovi talenti. Miretti, Soulè, Savona, Fagioli, sono solo alcuni dei prodotti frutto del lavoro di Manna. Fin quando la scorsa primavera arriva per lui la chiamata più importante della sua vita sportiva. Aurelio De Laurentiis lo sceglie per affidargli il primo ruolo in carriera da Direttore Sportivo di una squadra di Serie A, affidandogli l’incarico della ricostruzione del Napoli, dopo la tremenda annata della scorsa stagione.
Con lui arriva Antonio Conte e la simbiosi funziona in maniera perfetta, prima con una campagna acquisti mirata e produttiva e poi con una gestione di un gruppo che sta comandando il campionato, superando ogni preconcetta diffidenza e il palese ostracismo di una nutrita fetta di detrattori. Il Napoli riparte da qui, da Giovanni Manna, il manager rampante che vuole scalare le vette in Italia e in Europa. L’uomo giusto, al momento giusto per costruire in maniera trionfale il futuro azzurro. Manna, chi era costui? L’ennesima scelta vincente di Aurelio De Laurentiis.
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