Mazzocchi, il jolly innamorato

Questa è una storia di calcio, ma soprattutto di riscatto sociale. Il ragazzo di periferia che quando era fanciullo sognava una maglia, un pallone e fortissimo gli batteva il cuore perché il Napoli era “l’unico amor”. Nella melodia della Curva azzurra ci sono disegnate le note della vita di Pasquale Mazzocchi, detto Pako, proprio come lo chiamavano quando correva per le strade di Barra, quartiere controverso e difficile dell’Est. Che molto spesso diventa Far West e nel quale è più complicato vivere che crescere. Lui ce l’ha fatta, con sacrificio, passione e tanto lavoro. Sin da quando da bambino si pagava la scuola calcio facendo il fruttivendolo e scegliendo la strada cristallina dell’onestà.
“Da bambino guardavo il Napoli come fosse una cima altissima – dice Pasquale – ho sempre desiderato quella maglia e per arrivare a giocare a calcio ho fatto sacrifici enormi”
E così come frutta di stagione, il suo sogno è maturato giorno dopo giorno con costanza, passione, pervicacia, tanto sacrificio e soprattutto la convinzione di poter sfondare nel dorato mondo del pallone.
“Ai ragazzi posso solo consigliare di abbracciare la strada del lavoro e credere nei propri sogni. La speranza non va mai abbandonata per poter risalire anche dalle difficoltà. Non bisogna mai mollare anche nelle avversità. Alla base di tutto ci deve stare sempre il principio fondamentale: la voglia di sacrificarsi e di dare tutto se stessi per raggiungere l’obiettivo che ci si prefigge”
Ma all’inizio Napoli è ancora un miraggio. Il suo viaggio della speranza comincia come gli emigranti con la valigia di cartone. Prima le giovanili del Benevento, poi un girovagare sulla Via Emilia a farsi le spalle grandi: Piacenza, Rimini, Parma. Pochi soldi e tanti stenti. Ma il desiderio arde nel petto, fino a quando approda nel calcio professionistico vero. Primo contratto a Perugia, poi il ritorno in Campania, lo prende la Salernitana e lì comicia la scalata. Prima la salvezza e poi la storica promozione. Per Pako si aprono persino le porte della Nazionale. Sembra che il sogno si stia avverando.
Ma il vero sogno, quello più grande ed eterno, Pasquale lo porta nel cuore fino a quando non diventà realtà lo scorso gennaio. Arriva il contratto con il Napoli e la meravigliosa maglia azzurra. Lui non sta nella pelle e il padre piange di gioia. Il ragazzo di Barra ce l’ha fatta.
“Quando il Napoli mi ha contattato ho provato una emozione incredibile. Ho subito chiamato i miei genitori che sono scoppiati in lacrime. Una felicità che auguro di provare a tutti i ragazzi di Napoli. Da parte mia darò sempre il massimo per poter rendere felici i tifosi. Napoli è sulla mia pelle e nel mio cuore. Sono convinto che con questa Società e seguendo il mister possiamo arrivare a traguardi straordinari”
Quella di Mazzocchi è una favola che potrebbe diventare un copione holliwoodiano. Dal “sogno americano” al sogno napoletano. Un esempio per i giovani e per tutti coloro che riescono a non farsi stritolare dalla povertà, dalla necessità e dalla asfittica aria di quartiere che spesso soffoca più del veleno. Pako oggi è un punto di riferimento. Il ragazzo di periferia che sognava una maglia e un pallone. E che oggi ha solo Napoli nell’anima e nel cuore…

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