Quando c’è la salute c’è tutto. Ma per Napoli e il Sud è un optional
Basta che stai bene in salute . L’importanza di questo augurio, che spesso ci è stato riservato, è tale da rappresentare un valore a sè, su cui tutti sono d’accordo al punto da far sbaidire qualunque altra problematica che possa essere presente nella nostra vita. Lo “stare bene in salute” riveste una così preminente importanza che risulta tutelata dalla Costituzione, come recita l’art.32. Messa in questi termini la situazione sanitaria della Campania potrebbe contare sulle medesime prestazioni di Milano, per esempio. Ma le discrepanze sono tali da non consentirlo. E lo si intuisce già dal decreto legislativo n°68 del 2011, di Calderoli, ancora in vigore, dove le prestazioni sanitarie vengono calcolate in base alla fascia d’età, assegnando un peso maggiore a quelle regioni con una presenza maggiore di anziani. In pratica ricevono molti più fondi rispetto ad una con predominanza di giovani. Detto in questi termini, sembrerebbe del tutto normale, se non fosse che le regioni con maggiore presenza di giovani sono quelle del Sud. E non perché vi siano più nascita, quanto piuttosto per la presenza di un più alto tasso di mortalità. Quindi, al Sud vi è una minore presenza di anziani perché si muore prima rispetto al Nord. E non per una differente struttura fisica ma per una differente qualità della vita. Purtroppo dai calcoli per l’assegnazione delle prestazioni sanitarie è stata eliminata la voce relativa alla deprivazione sociale, intesa come mancanza di lavoro, di istruzione, di abitazione, di condizioni familiari disagiate…tutti parametri che avrebbero fatto innalzare la quota assegnataria maggiormente al Sud che, invece, resta molto al di sotto della media nazionale (ad esempio, la Liguria vede una quota procapite di 127 euro in più della media nazionale, rispetto alla Campania con una quota procapite di 59 euro in meno). E poiché al peggio non c’è mai fine, non si può non porre l’accento su un’altra importante questione, come la migrazione sanitaria da parte delle regioni del Sud verso quelle del Nord. Si stima che, solo per l’anno 2023, la Campania abbia perso 336 milioni di euro, che sono andatI a depositarsi nelle casse delle aziende sanitarie del Nord. Il rimpinguamento è determinato dal pagamento da parte delle aziende sanitarie del Sud per le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie del Nord a pazienti residenti al Sud. In pratica, si assiste ad un drenaggio continuo di risorse economiche prelevate alle casse delle regioni del Sud circostanza che determina un impoverimento crescente delle risorse del Mezzogiorno. Ancora per l’anno 2023, la somma versata nelle casse delle aziende ospedaliere settentrionali da tutto il Sud è di oltre 4,6 miliardi di euro. E stranamente la Campania è risultata tra quelle con il numero più alto di versamento, pur vantando strutture sanitarie di eccellenza riconosciute in campo internazionale, come l’Istituto per i tumori Pascale, il Monaldi, il Cotugno. In pratica un’ idrovora sanitaria in funzione perenne verso le strutture del Nord ritenute più efficienti (e vorrei vedere che non lo fossero, con le freche risorse che così maganimamente vengono elargite da Sud). Ma l’eccellenza sanitaria del Nord può fare affidamento anche su altre entrate, quelle determinate dai consumatori del Sud che effettuano acquisti di merci prodotte da aziende settentrionali, che si trasformano in oltre 70 miliardi di euro. La ragguardevole cifra ottenuta è data dalla presenza massiccia di imprese settentrionali, tra banche, assicurazioni, supermercati, catene commerciali, prodotti alimentari…nel Mezzogiorno. Va da sé che, le imposte versate dalle aziende produttrici in quelle regioni si traducano in efficientamento, di strade, scuole, aeroporti, banche, ospedali (in quegli stessi ospedali di cui sopra, che forti di capitali continui assicurano una prestazione migliore che manca al Sud. Costringendo, talvolta, gli abitanti del Sud a trasferirsi nelle aree in cui ne sono provvisti. Un circolo vizioso che si trasforma in un ulteriore aggravio di spese, tra alberghi per i congiunti e ristoranti. A cui non si può non aggiungere anche il disagio psicologico del trasferimento dei pazienti). Una situazione paradossale, che conferma la presenza di un sistema politico di tipo coloniale che depaupera in maniera drammatica il Mezzogiorno. Un modo per arginare in parte questo dissanguamento economico, non può che essere quello di acquistare prodotti di aziende meridionali, di ogni campo. Un sano comprasud, può imprimere una sostanziale svolta e trasformarsi in una crescita economica costante del Sud.
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