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Rassegnatevi, Napoli regna
Nella vita tutto ti viene perdonato, tranne il successo. È quello che accade puntualmente, con scadenza costante, ai napoletani nel mondo. Perché non esiste manifestazione artistica, sociale, civile, quotidiana ed interattiva in cui non spicchi sempre il talento di matrice partenopea. Napoli è ovunque, non è solo una realtà territoriale ma uno stato d’animo internazionale, una propaggine filosofica e culturale che si estende a dimensione planetaria. Ed è proprio per questo motivo che nasce un partito opposto di detrattori che fanno della frustrazione verso le nostre radici il loro manifesto falso e velenoso. Basta girarsi un attimo e guardarsi attorno per capire quanta napoletanità vera e positiva ci sia ovunque. Tralasciamo per l’occasione l’aspetto calcistico, che comunque vede gli azzurri ai vertici della classifica, elemento che nell’ultimo ventennio non è certo più una novità. Ma passiamo ad altri ambiti con l’esempio lampante e recente del Festival di Sanremo. Mentre tutti gettano fango su una presunta invasione, da Roccaraso alla Liguria di un inafferrabile plotone di adepti di Tik Tok, ecco che nella Kermesse più famosa d’Italia ed Eurovisiva si afferma un napoletano. Andrea Settembre vince la sezione nuove proposte e festeggia con la maglia azzurra addosso nel backstage mostrando con fierezza la sua fede nell’emisfero social. Un ragazzo di 21 anni che porta ancora in alto una eterna e immensa tradizione canora. E sempre per restare a Sanremo, non più tardi dell’anno scorso spopolò Geolier, Emanuele Palumbo, il ragazzo di Secondigliano che oggi sta riscuotendo un successo strepitoso alla stregua delle più luminose stelle della musica internazionale. Nonostante l’ostracismo di gran parte di una critica discriminatoria che avrebbe voluto tarparne le ali.
Questa è Napoli signori. Noi non siamo la retorica della cartolina illustrata, noi non siamo lo stereotipo di Gomorra, costruito ad arte per successi personali, noi non siamo i soliti luoghi comuni di “ammuina”, approssimazione e malavita. Napoli oggi è una realtà che reclama empiricamente, ovvero attraverso dati incontrovertibili, un posto nel Pantheon delle più elevate “capitali” turistiche mondiali. Una dimensione che affonda radici nobili in ogni contesto di sapienza e conoscenza e che è aperta alla accoglienza come pochissime città del nuovo sviluppo occidentale. E, visto il momento così pregnante di connotazione musicale, in cui l’Italia si ferma per discutere di Sanremo e di artisti di ogni estrazione, sappiate che a breve Mamma Rai, sulla scia del proselitismo sanremense, trasmetterà una fiction dal titolo “Champagne”, ripercorrendo la vita e la carriera pluripremiata di Giuseppe Faiella, alias: Peppino di Capri. Che segue al docufilm trasmesso ad inizio febbraio su “Il Re di Napoli”, la storia e la leggenda di Mario Merola. Come vedete cari amici e acerrimi detrattori, anche volendo soffermarci esclusivamente sul campo artistico, Napoli è una culla di fermento, orgoglio e genialità. Fatevene una ragione, noi non siamo solo una città, ma rappresentiamo uno stato d’animo che si estende nel corredo cromosomico dell’intero Pianeta. Napoli è ovunque, e dappertutto evoca cultura, declina filosofia, afferma nobiltà. E se qualche volta vi riesce di uscire dal mondo bacato e virtuale dei social, con annessi improbabili tiktoker di assalto, prendetevi una giornata libera e venite a respirare dal vivo l’aria di casa nostra. Vi abbracceremo tutti, buoni e cattivi, belli e brutti, con il calore e la passione che solo qui sappiamo regalare. E mi raccomando, fermatevi pure al primo bar che incontrate, perché troverete un caffè sospeso. State tranquilli, è tutto pagato. Offriamo noi, il Regno di Napoli. Alla vostra salute…
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