Signor De Laurentiis, ci dica: preferisce partecipare a “Lascia o raddoppia” oppure al “Rischiatutto”?

di Sergio Curcio

“Signor De Laurentiis, ci dica: preferisce partecipare a “Lascia o raddoppia” oppure al ” Rischiatutto “? “…
Fosse ancora vivo Mike Bongiorno, il primo grande presentatore e ideatore dei giochi televisivi più seguiti dagli italiani dalla fine degli anni cinquanta fino alla soglia del duemila, sarebbe stata questa la domanda da porre oggi al presidente-padrone e proprietario del Napoli. Eh già, perché se la squadra con il flop che ha contraddistinto la stagione del post-scudetto è al punto di non ritorno, il presidente più affarista del mondo, tra sale cinematografiche, supermercati, gelati, auto d’epoca, casting vari e calcio con piccoli interessi nel cinema,ormai un hobby amatoriale per lui, anche a perdere, deve decidere, e pure in fretta, cosa sarà del Napoli dopo la demenziale stagione cui ha costretto la squadra, tre allenatori e tutto la staff fino al povero Starace preso dai dubbi se sappia fare ancora un buon caffè dopo oltre venti anni di onorata appartenenza azzurra. E veniamo al dunque all’ Aut Aut che è il vero dilemma del presidente: Essere o non Essere in grado di rilanciare squadra e ancora prima la società o abbandonare la nave che pare stia affondando più veloce del Titanic in stile Schettino?

Ecco che l’ immaginaria domanda posta da Mike Bongiorno diventa tremendamente reale a cinque giornate dal termine del campionato più tormentato di ADL. Neanche con Ancelotti, fatto passare per “bollito”, ci fu una crisi simile a livello di gioco, di critiche e di risultati. Dopo lo scudetto il presidente s’è beato della “sua” vittoria, della “sua” creatura, e invece di fare impresa e migliorare investendo per il futuro, come Annibale dopo la prima battaglia vinta contro i romani si riposo’ con i famosi ozi di Capua, lui s’è beato convinto che il capolavoro fosse tutto merito suo e non dei suoi …dipendenti. Non è andata proprio così e ora l’ Aurelio furioso dopo la vergognosa figuraccia di Empoli fatte dalle sue milizie scariche e confuse minaccia fuoco e fiamme di un maxi ritiro fino a fine campionato se contro la Roma, domenica pomeriggio al Maradona, dovesse ripetersi la figuraccia in toscana.
Presuntuoso, arrogante, sanguigno, De Laurentiis non ha ancora compreso i meccanismi “strani” che governano le cose del pianeta calcio…. Soldi,soldi e ancora soldi… Come una Slot obesa il sistema calcio ingurgita denaro dappertutto e altro ne chiede per continuare ad essere l’ oppio del popolo. De Laurentiis invece ha – correttamente e lo dico- un’ idea decisamente diversa che confligge con i veri interessi del pianeta calcio e talvolta, come ha fatto nel dopo scudetto, eccede sbagliando, diventando un don Chisciotte perdente. L’ha ammesso, ma troppo tardi. Occorreva rinforzare le paratie della nave-squadra, chiudere le camere stagne dei contratti con alcuni giocatori, adeguandoli e non riducendoli con una spalmatura per più stagioni, rafforzare le strutture sul ponte di comando dopo gli addii sospetti ma annunciati di due capitani come Giuntoli e Spalletti…Cosa è stato fatto di tutto ciò? Una campagna acquisti in tono dimesso, contratti non adeguati o rinnovati, un Diesse preso dopo Il mercato, tecnici assunti tutti con una voglia di rilancio- tranne il povero Calzona che c’ha messo la faccia e non solo per amore del Napoli- che strideva forte con la necessità di una presenza autoritaria e autorevole nello spogliatoio dei campioni d’Italia.
È venuta fuori tutta la fragilità strutturale di una società snella, agile in apparenza ma senza fondamenta o venendo al paragone con una nave, con una linea di galleggiamento minima che non ha retto al primo impatto davvero importante: lo scoglio o l’ iceberg del dopo scudetto.
De Laurentiis è ora ad un trivio, neanche un bivio, assai pericoloso. Gli conviene passare la mano, vendere o quanto meno trovare un partner in grado di affiancarlo per il rilancio? Raddoppiare gli sforzi per creare subito una governance credibile e competente per un mercato “intelligente” e di prospetto con un mix di gioventù e esperienza che convinca a rimanere anche quei giocatori, e sono parecchi, che vogliono andar via perché scontenti….O, tertium datur, rischiare tutto assumendo un tecnico prestigioso e costoso ( leggi CONTE, ndr) facendo un mercato milionario per accontentarlo ma senza avere certezze del risultato finale?
Non vorremmo essere nei panni del presidente…la notte dell’ Innominato di manzoniana memoria deve essere stata una quisquilia al confronto di ciò che dovrà decidere. Ci auguriamo, per lui, che a’ nuttata passi in fretta e le idee siano chiare. Anche con la Filmauro a un certo punto le cose sono precipitate e chi l’ ha salvata? Il Napoli consigliatogli dalle banche. È stata la sua fortuna.Che non diventi, come lo fu per Ferlaino dopo gli scudetti, la sua dannazione e quella dei tifosi che non gli credono più. Allora ci fu Moggi a salvare don Corrado, oggi c’è un uomo solo al comando con la sua boria e l’ idea di essere il migliore. La nave Napoli sta affondando, se ne rende conto? Da nave modello a carretta. Il capitano “me la vedo io” non faccia come Schettino. Il naufragio , se non interviene con competenza, è prossimo.

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Alessandro Migliaccio Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta "terra dei fuochi" e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall'Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L'Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un'aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l'accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito. Nel 2017 ha fondato e diretto per alcuni anni Vomero Magazine, nel 2019 ha fondato il quotidiano Napoli, di cui è stato direttore per 4 anni. Attualmente, oltre agli articoli per Napoli Oggi, lavora anche per Napoli Today dove pubblica inchieste e approfondimenti sulla città ed inoltre collabora con la trasmissione Striscia la Notizie oltre che con le riviste Oggi e Giallo.

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