Un bagno di umiltà per ripartire solo con chi ha “motivazione”: così il Napoli può superare questa stagione orribile

di Sergio Curcio

Una bella canzone cantata da Bobby Solo a metà anni sessanta come sigla di una serie di telefilm di Totò diceva: “Non c’è più niente da fare… è stato bello sognare… un grande amore sincero un più felice futuro.. da vivere insieme, per sempre con te”.
Dopo l’ ennesima penosa partita del Napoli il testo di questa canzone, abbinata allora agli spassosi telefilm del principe della risata, mi ha fatto riflettere non poco… C’è da piangere o da ridere, per la rabbia, per la stagione da film horror della squadra di De Laurentiis?
Il senso di vuoto, del nulla che squadra e società hanno dato in questa stagione, quella che avrebbe dovuto confermare club e giocatori tra le realtà del panorama calcistico europeo, non può non essere che la logica conseguenza di una politica tecnica, economica e societaria portata avanti da un parvenu’ del calcio, un soggetto che, a conti fatti, ha buttato letteralmente nel cesso 20 anni di presidenza un po’ oculata, molto, fortunata, che l’ aveva portato ad un passo dall’ essere definito il miglior esponente di un calcio business intelligente, ragionevole economicamente e che tenesse in conto i risultati tecnici al pari di quelli economici con grande equilibrio tra costi e ricavi.
Alla prova dei fatti, dopo uno scudetto vinto con merito e quel pizzico di fortuna che sempre deve condire i momenti belli, tutti si aspettavano da questo Adam Smith del…Calcio…qualche altra mossa a sorpresa dopo l’ addio di Spalletti (“perdono ma non dimentico”, dixit Lucianone) e di Giuntoli, juventino infiltrato alla corte del “Re Solo” e capace di creare una squadra vincente dai colori azzurro vivi. È invece, il Nuovo Messia della palla s’è inventato il premio scudetto del contenimento dei costi, l’ ulteriore abbattimento degli ingaggi ed una campagna acquisti che definire da squadra di serie B suona un’ offesa per le proprietà del Parma, del Como, del Venezia…E non a caso il programma del presidente s’è rivelato fallimentare anche in serie B con il “suo” Bari.
Ora che il “Re Solo” non vede più brillare il suo orizzonte si comprende bene anche quale è sempre stato il suo programma: contenimento dei costi da ” bamboli non c’è una lira”, caccia ai giovani meno costosi con la speranza di trovare il crac da rivendere dopo un paio di stagioni e dividere gli utili con un consiglio d’Amministrazione composto da parenti stretti e affini…
I tifosi, ora, hanno sgamato il giochetto e mentre la parte sana del tifo è rassegnata, impotente di fronte ad un presidente padrone  che ha finalmente svelato il suo vero volto quando avrebbe dovuto fare un ultimo step per proseguire un ciclo di alto profilo tecnico, la parte più fumantina dei supporter ha iniziato a  martellare di improperi e calunnie il presidente-padrone e non proprietario del club di cui il tifo, quale bene immateriale, è indubbiamente parte della società. Ma ci chiediamo: De Laurentiis ha mai davvero rispettato i tifosi? Optiamo per un No deciso, accompagnato dal MAI!! Ha sempre e solo pensato al suo utile, forte della sua arrogante e ingombrante personalità da uomo di cinema.
Dopo la catastrofica stagione, i tifosi vivono un distacco apparentemente indifferente, invece molto sofferto e con il dito puntato contro ADL in attesa delle sue prossime mosse. Il presidente è ormai stretto in un angolo: da una parte i tifosi, stufi, avviliti, delusi e tradito; dall’ altra i giocatori, in attesa di capire e conoscere quale sarà il futuro del club ma soprattutto il loro. ADL con i suoi casting ha detto di amare il gioco di Gasperini, di stimare Italiano, di pensare a Pioli come fondatore del nuovo progetto e a Conte per tornare a vincere in poco tempo.  Chi ci capisce  non è bravo ma deve essere un mago…La nostra sensazione è che l’ uomo d’ affari, il presidente e il produttore cinematografico, Aurelio De Laurentiis, sia in grosse difficoltà dopo essere riuscito a  annullare i debiti della Filmauro con i soldi del Napoli. L’impressione è che dopo il flop post scudetto si stia per voltare di nuovo pagina…In meglio o in peggio? Lo scopriremo solo… vivendo questa stagione calda, caldissima, non solo per il clima ma per le scelte di un ADL che lavora nell’ ombra più totale e sempre più solo. Per Manna, se è vero che è già al lavoro, liberato da Giuntoli, un avvio più impervio non poteva esserci. A Napoli la fantasia non manca e si fantastica su nomi importanti in panchina e in campo… Sarà vero o falso? Quel che è certo è che il Napoli è un sentimento che già ora deve essere rinnovato e sollecitato. Le parole non bastano più. Dopo l’anno horrobilis  tutti devono fare un bagno di umiltà, presidenti e giocatori in primis. E chi non ha più motivazioni è pregato di farsi da parte. A cominciare dalla proprietà che evidentemente comincia a sentire il peso degli anni e di un ventennio ridotto e finito in macerie, per sue colpe.

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Alessandro Migliaccio Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta "terra dei fuochi" e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall'Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L'Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un'aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l'accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito. Nel 2017 ha fondato e diretto per alcuni anni Vomero Magazine, nel 2019 ha fondato il quotidiano Napoli, di cui è stato direttore per 4 anni. Attualmente, oltre agli articoli per Napoli Oggi, lavora anche per Napoli Today dove pubblica inchieste e approfondimenti sulla città ed inoltre collabora con la trasmissione Striscia la Notizie oltre che con le riviste Oggi e Giallo.

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